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Sei in un sito web che usa GeMMA e mantiene riservati i tuoi dati di utente‑navigatore, inoltre, riceverai pubblicità solo su tua richiesta.

Benvenuto nel mio e-commerce, prima di spiegarti una particolarità eclatante e (ci auguriamo) per te positiva, riassumiamo dicendoti che qui puoi "muoverti" con serenità, non verranno catturati i tuoi dati e, solo se sarai tu a richiederlo, riceverai, solo da noi, offerte e aggiornamenti.

Questo perché il sito web è gestito con Ge.M.M.A. e aderiamo al "comportamento etico nella vendita", riassumibile nel fatto che raccogliamo solo i dati strettamente necessari per soddisfare le richieste dei clienti (ad esempio per concludere un acquisto e ricevere l'articolo comprato), senza usare tracciatori, cookie o tecniche simili.

Con la nostra scelta, contribuiamo all'iniziativa che vorrebbe rendere il web un luogo più affidabile e a misura di "persona" non di "consumatore", perché navigare dovrebbe essere come fare una passeggiata in un quartiere confortevole e tranquillo.

Questo documento serve per far conosce agli utenti questa scelta etica e diffonderla tra gli imprenditori.

A chi è rivolto questo testo? A tutti coloro che utilizzano la tecnologia, quindi … a tutti.

 

Due diversi punti di vista, con richieste opposte, che possono conciliarsi.

A seconda che siate visitatori del web o titolari di un sito, avrete differenti aspettative. Ossia, come visitatori non vorreste essere bombardati da annunci simili a ciò che vedete, e come titolari vi piacerebbe avere più informazioni possibili sui visitatori del vostro sito, per migliorare la vostra offerta commerciale e ottimizzare la gestione del vostro lavoro.

Attualmente le differenti richieste di queste due figure vengono soddisfatte da "terzi incomodi", che prestano maggiore attenzione agli imprenditori, perché sono più disposti a pagare per raggiungere i loro obiettivi. Quindi, forniscono servizi per raccogliere quante più informazioni sugli utenti mentre navigano e poi le forniscono ai relativi possessori di siti web, ma contemporaneamente le sommano in una grande base dati che viene usata per vendere, sempre ai possessori di siti web, servizi pubblicitari "mirati", che hanno come obiettivo quello di mostrare annunci sugli articoli ricercati anche mentre si naviga su siti differenti. "Secondo loro", con quest'ultima funzione, aiutano anche gli utenti durante i loro acquisti online.

Noi per conciliare le due richieste opposte proponiamo un'organizzazione più semplice, senza terze parti.

Ispirati dall'etica, più che dal profitto, abbiamo sviluppato uno strumento software per i titolari di siti web, con cui possono gestire in modo completo il loro lavoro, sito web compreso, e dal quale ottenere anche le informazioni sui navigatori.

A prima vista, potrebbe sembrare che la privacy degli utenti non aumenti di molto. Ma dovete sapere che, quando un venditore sceglie di usare il nostro strumento con configurazione "etica":

  • Potrà utilizzare le informazioni raccolte solo per soddisfare le richieste dei clienti, tipo la conclusione di un acquisto che termina con il pagamento e la ricezione della merce comprata.
  • Non potrà inviare pubblicità e aggiornamenti a tutti i visitatori, ma solo a quelli che lo hanno acconsentito esplicitamente.
  • Inoltre, e più importante, le informazioni restano in carico solo al sito web che le raccoglie, senza condivisione con terze parti. Il che ha come conseguenza la cessazione della pubblicità mirata generata dal suo sito.

La pubblicità mirata viene presentata agli imprenditori come il più moderno, economico ed efficace metodo di promozione, se siete pronti a mettere in dubbio questa affermazione, allora potete procedere nella lettura. Come utenti-navigatori del web potete procedere anche solo per curiosità o cultura personale, ma soprattutto se desiderate avere meno "aiuto" per fare acquisti online.

Individuate a quale delle seguenti categorie appartenete:

  • navigo nel web consultando e usando siti internet;
  • possiedo, o voglio creare, un sito web per la mia attività commerciale.

Poi procedete nella lettura aprendo il riquadro con la presentazione concettuale di vostro interesse, o entrambi se siete persone curiose.

Seguirà, per tutti, una spiegazione tecnica dei tracciatori (ovvero strumenti software che raccolgono informazioni sugli utenti) e alcuni esempi tra i più diffusi.

 

Perché continuare la lettura?

Per avere gli strumenti con cui ridurre la preoccupazione e il fastidio derivanti dalla consapevolezza di essere osservati, o più precisamente "tracciati", mentre navighiamo su Internet o usiamo dispositivi connessi (come TV smart, orologi intelligenti, ecc.).

Potrete comprendere come venite "tracciati", per poi decidere come comportarvi e per riconoscere un sito progettato con Ge.M.M.A., che offre completa privacy (non anonimato).

Per gli utenti-navigatori del web (clienti)  Mostra

Perché continuare la lettura?

Per decidere se per avere le informazioni sui potenziali clienti (statistiche di navigazione) e per farvi pubblicità, siete soddisfatti del metodo standard, o se invece siete disponibili a prendere in considerazione un'alternativa.

Per i possessori di un sito web (venditori)  Mostra

Il "peso" della pubblicità mirata e il suo "costo nascosto".

Facciamo un po' di chiarezza, poi lasciamo a voi trarre le conclusioni.

Quando parliamo del "peso" della pubblicità, non ci riferiamo a quanto spesso la incontriamo nella vita quotidiana, ma al valore economico che viene attribuito a qualcosa di intangibile.

Oggi la pubblicità online funziona come un'asta: chi spende di più ottiene maggiore visibilità. Questo sistema ha portato a una situazione paradossale, in cui la pubblicità vale più della qualità del lavoro stesso.

Spieghiamo quest'ultima "strana" affermazione.

Il metodo attuale ha creato un mercato d'asta della pubblicità online (RTB: Real Time Bidding), dove gli annunci vengono "spinti" verso la visibilità dalla più cospicua disponibilità economica di spesa, perché, anche se vengono considerati fattori come la pertinenza dell'annuncio e la reputazione del venditore, il prezzo che si è disposti a pagare rimane il parametro principale, considerando l'elevato numero di partecipanti.

Non solo la quantità di pubblicità è in aumento, ma anche il suo peso/valore-economico. Oggi, alcuni lavoratori offrono gratuitamente il risultato del loro operato per attrarre il maggior numero di visitatori, sperando poi di guadagnare in proporzione alla pubblicità che mostreranno ai loro utenti. È paradossale l'obiettivo di guadagnare di più distribuendo pubblicità che vendendo il frutto del proprio impegno. Questa tendenza è un'aberrazione che sta diventando normalità e svilisce la qualità del lavoro, che non è più il principale criterio di valutazione economica.

Questo sistema nasconde un costo, non economico, per chi utilizza software gratuiti, che vengono proposti in uso libero senza specificare come questi servizi si sostengono economicamente. In pratica, raccogliendo il maggior numero possibile di informazioni sui loro utilizzatori queste piattaforme ottengono profitti condividendo questi dati con i grandi network pubblicitari e mostrando, di conseguenza, le pubblicità più redditizie ai loro utenti.

Volutamente, il problema è più "narrato" che evidente, perché sovente non siamo consapevoli delle informazioni che regaliamo alla rete, e tantomeno dei ricavi che queste generano. I social media e molte altre piattaforme che ci sembrano gratuite in realtà non lo sono (questo argomento, con un'ipotesi alternativa, è trattato nell'articolo: Informativa sul nostro NON USO dei COOKIE né di tecniche simili).

Non pensiamo che il nostro metodo sia il migliore per tutti, ma vorremo più trasparenza nel web e che gli utenti abbiano la possibilità di scegliere come sostenere un servizio che ritengono valido e usano, se consentendogli di usare i loro dati personali o fornendogli un corrispettivo economico.

 

Il nostro, e il vostro, sistema di verifica.

Per evitare false attestazioni di siti web, è presente un sistema di verifica.

C'è questo contrassegno (DA DEFINIRE) nelle pagine dei siti che aderiscono al "comportamento etico", e per verificarne la validità, cliccando su esso si aprirà una pagina del sito jemjob.it con i dati del sito web su cui siete, certificandolo come cliente di jemjob utilizzatore di Ge.M.M.A. in modalità "etica" (attenzione: verificare che la pagina abbia nella barra degli indirizzi il dominio jemjob.it/...).

In questo modo non è sufficiente per un sito mostrare il contrassegno e pubblicare il presente documento, pertanto, se troverete siti non validabili siete pregati di segnalarlo su jemjob.it/LINK-diretto-DA-DEFINIRE.

Siccome non sempre i fatti corrispondono alle parole, se desiderate fare una verifica su un sito gestito con Ge.M.M.A. in modalità "etica", vi invitiamo a provare uno strumento qualsiasi che permette di vedere quali cookie e tracciatori sono attivati nella visita di un sito web, possono essere estensioni per il browser o scanner di siti, come ad esempio: Ghostery, CookieYes e tanti altri a vostro piacere.

Troverete solo 2 o 3 cookie e nessun tracciatore:

  • Un cookie fondamentale per il funzionamento del linguaggio web PHP (che funziona in maniera asincrona). Il cookie memorizza l'ID di sessione univoco dell'utilizzatore che ha mandato in esecuzione il programma PHP, per identificarlo nelle sue richieste successive e gestire la sessione utente sul sito web. Questo cookie viene eliminato alla chiusura del browser.
  • Un cookie che usiamo solamente a scopo di test per determinare se il browser supporta i cookie. Viene salvato e cancellato subito dopo.
  • Un cookie che può essere presente opzionalmente, su vostra scelta quando fate il login, se decidete di salvare il nome utente (non la password), in modo che vi venga riproposto nelle successive sessioni di collegamento al sito. Questo cookie ha una durata di 30 giorni e la sua funzionalità è scavalcata dalla funzione inclusa nei browser moderni, con cui è possibile salvare il nome utente e anche la password degli accessi con credenziali. Lo abbiamo incluso per coloro che preferiscono non salvare le password, in tal modo avranno modo di mantenere il solo nome utente e anche perché GeMMA funziona pure con vecchi browser.

 

Come funziona il metodo "standard" con tracciatori e cookie.

Quanto scritto fino ad ora fornisce una panoramica del sistema attuale e delle sue conseguenze, presentando anche un'alternativa. Nei prossimi paragrafi spiegheremo, in modo tecnico ma chiaro, come funziona il metodo "standard" con tracciatori e cookie, così da comprendere meglio anche i vantaggi dell'alternativa proposta con Ge.M.M.A..

 

Tutto parte da quello che viene chiamato "pixel di tracciamento" (o pixel di marketing).

Il "pixel" è un piccolo blocco di codice di programmazione (solitamente in linguaggio JavaScript), fornito da ditte esterne (ad esempio: Google, Meta, TikTok, LinkedIn, ecc.), che viene inserito nelle pagine di un sito web o in un'e-mail. Ha assunto storicamente questo nome, perché normalmente è associato ad una minuscola immagine delle dimensioni di un pixel, solitamente trasparente e pertanto invisibile all'utente, inserita nella pagina.

Il codice di programmazione contiene un collegamento a un server esterno al sito, e quando un utente visita il sito web, o apre l'e-mail, contenente il pixel di tracciamento, il codice viene elaborato dal browser (o client di posta elettronica) dell'utente, che seguendo il collegamento al server esterno scarica l'immagine pixel e contestualmente invia al server informazioni di vario genere, che consentono di determinare le azioni dell'utente sul sito web o nell'e-mail.

I dati di tracciamento vengono salvati per essere poi elaborati, con l'obiettivo iniziale di produrre risultati utilizzabili gratuitamente dai proprietari dei siti web tracciati, per:

  • raccogliere dati sui visitatori;
  • creare resoconti dettagliati sulle attività nel sito (statistiche);
  • configurare le esperienze online degli utenti offrendogli contenuti personalizzati;
  • misurare l'efficacia delle campagne di marketing, per agire di conseguenza.

Il fine ultimo e generale, ottenuto mettendo in relazione i dati raccolti in tutti i siti e social network tracciati, è di avere un'enorme base dati di utenti profilati, e identificabili, che la ditta distributrice dei pixel di tracciamento può utilizzare per la pubblicità mirata, traendone guadagno offrendo, sempre ai proprietari dei siti web tracciati, i seguenti servizi:

  • gli consente di decidere se guadagnare mostrando pubblicità di altri siti sul suo;
  • gli offre, a pagamento, la possibilità di mostrare nel web la sua pubblicità, proponendogli il "marketing multipiattaforma", che consiste nel presentare annunci mirati e pertinenti agli utenti, individuandoli su diverse piattaforme, dispositivi e siti web utilizzati;
  • gli offre, a pagamento, annunci denominati di remarketing (o di retargeting), che meritano una spiegazione a parte.

Gli annunci di remarketing consentono di raggiungere gli utenti che hanno già visitato un sito senza aver completato una conversione, ovvero un'azione che, ad esempio, avrebbe dovuto concludersi con l'acquisto di un prodotto, la compilazione di un modulo di contatto, il download di un file e così via. Gli utenti vengono individuati dai "pixel" delle pagine che navigano, e il remarketing mostra a questi utenti (precedenti) gli annunci del sito (precedente) mentre navigano sui siti web della Rete Affiliata, usando termini, o cercando argomenti, correlati all'attività del sito (precedente). Questi annunci vengono confezionati in modo da sollecitare gli utenti a concludere gli acquisti o a farne di nuovi.

L'attività di remarketing viene "venduta" dicendo che: presentare gli annunci ai clienti che hanno già mostrato interesse migliora l'esperienza utente, e suggerire contenuti pertinenti, oltre che aumentare le vendite, incoraggia i clienti a fidelizzare. Lasciamo a voi decidere se vi identificate in questa definizione commerciale.

Come accennato in precedenza, il metodo attualmente usato da tutti i siti web per disporre gratuitamente di dati statistici di alto livello avendo anche la possibilità di fare/acquistare pubblicità mirata, e il metodo con cui si autofinanziano software di uso pubblico offerti gratuitamente, hanno un "costo" nascosto per gli utilizzatori.

Nel primo caso, chi gestisce un sito web, inserendo nelle proprie pagine dei tracciatori, fa pagare ai suoi utenti un tributo in termini di dati personali (profilo degli utenti e preferenze, espresse tramite le pagine visitate e le interazioni con il sito).

Analogamente accade per chi distribuisce soluzioni software gratuite, eccetto che per queste ditte è imprescindibile mostrare pubblicità sul proprio sito/servizio per ottenere guadagno. Se poi una di queste piattaforme software arriva ad avere un gran numero di utenti, diventa allettante per chi vuole farsi pubblicità e a questo punto essa stessa potrà diventare un network pubblicitario e proporre i suoi tracciatori agli altri siti web, facendosi poi pagare per mostrare pubblicità e funzionalità mirate.

Due esempi, scelti unicamente per la loro diffusione, e non perché siano da distinguere rispetto ad altri, sono:

  • Google, che con il suo motore di ricerca può offrire il tutto web come area pubblicitaria (perché tutti usano un motore di ricerca e quasi tutti usano quello di Google);
  • Facebook, che, nel web, rappresenta un ecosistema informatico autonomo popolato da milioni di utenti.

Il metodo sopra esposto ha creato un circuito di economia circolare, in cui chi raccoglie inizialmente i dati degli utenti, che sono il primo livello economicamente immateriale e non del tutto consapevole, avvia un processo dove al termine sarà lui stesso a pagare un tributo economico che alimenta il funzionamento del circuito, che "gira" per la disponibilità degli utenti a cedere i propri dati e a diventare soggetti di pubblicità e funzionalità mirate, in cambio di utilizzi "economicamente gratuiti".

La pubblicità è ciò che permette a questo sistema di funzionare e di generare profitti. Per questo motivo, come utenti, vi sarà capitato di dover rispondere a una domanda formulata pressappoco così: per usare questo prodotto sarai destinatario di pubblicità, ora puoi scegliere se la preferisci generica o mirata, ma in entrambi i casi non cambierà la quantità di annunci a te destinati … quindi tanto vale che almeno siano di tuo potenziale interesse!

Questo metodo di distribuire pubblicità è considerato più efficiente ed economico di un convenzionale canale pubblicitario, perché dovrebbe offrire il più alto rapporto tra [investimento|soggetti-contattati] e [ricavo|soggetti-interessati]. La ragione è che disponendo di dati per classificare gli utenti in relazione a molteplici parametri (età, luogo, preferenze, ecc.), può mostrare gli annunci a destinatari selezionati in base alle caratteristiche del contenuto pubblicizzato (pubblicità mirata). Inoltre, può individuare gli utenti che avevano iniziato un acquisto senza concluderlo, per invitarli a terminarlo.

L'inserimento di un pixel di tracciamento nei siti web per fini statistici e pubblicitari, è una tecnologia che si è evoluta nel tempo, le aziende hanno iniziato a utilizzare questi strumenti per monitorare le performance delle loro campagne pubblicitarie e analizzare il comportamento degli utenti sui siti web. Successivamente si sono diffusi con l'aumento degli e-commerce, delle piattaforme di e-mail marketing, di pubblicità online e di analisi web.

I "pixel" possono registrare:

  • i dati del dispositivo utilizzato (indirizzo IP, geolocalizzazione, sistema operativo, risoluzione dello schermo, ecc.);
  • il tipo di browser e la lingua;
  • interazioni generiche, tipo l'effettuazione di un acquisto e i dati che lo definiscono, o il sito di provenienza dell'utente (Google, YouTube, Twitter, Facebook, LinkedIn, ecc.);
  • interazioni specifiche, come il clic su un pulsante o un banner, l'aggiunta di un prodotto al carrello o l'iscrizione a una newsletter.

I pixel di tracciamento consentono anche di distinguere gli utenti dai bot informatici. Per questo, anche gli spammer utilizzano pixel di tracciamento. Li inseriscono nelle e-mail di spam per individuare gli indirizzi email validi, perché se il destinatario apre l'e-mail, il pixel di tracciamento viene caricato e informa lo spammer dell'autenticità dell'indirizzo email. Di conseguenza, il traffico di spam aumenta.

In ambito tecnico, i pixel di tracciamento vengono denominati in relazione alla tipologia di dati che monitorano e raccolgono, ci saranno quindi: pixel di conversione, pixel di impressione, landing page pixel, time delay pixel, universal pixel, postback pixel, ecc.. Ogni tipologia di pixel ha un codice di programmazione differente, a seconda delle informazioni che si vogliono raccogliere, e deve essere inserito nella corrispondente specifica tipologia di pagina web.

La spiegazione che abbiamo scritto sui metodi di tracciamento, serve per capirne la logica di funzionamento, ma, dal punto di vista tecnico, manca dei dettagli che ogni fornitore di servizi "pixel" fornisce per agevolarne l'inserimento nei siti web.

 

Linguaggio JavaScript.

La caratteristica del linguaggio JavaScript, per cui le istruzioni vengono eseguite lato-client (sul PC o smartphone), lo rende ideale per raccogliere informazioni sul dispositivo, sul sistema operativo e sul tipo di browser.

Con JavaScript si realizzano le videate reattive, quelle con elementi che rispondono immediatamente ai clic/comandi senza ricaricare la pagina web. Attualmente è fondamentale per il funzionamento dei siti moderni, al punto che nessuno più ricorda che all'inizio del web era considerato una potenziale falla di sicurezza, a causa delle azioni che è in grado di espletare direttamente sul dispositivo dell'utente, e per questa ragione può essere disattivato nel browser, ma se dovesse essere fatto, buona parte dei siti web attuali smetterebbero di funzionare.

Questa precisazione ci serve per spiegarvi il motivo per cui in Ge.M.M.A. abbiamo ridotto al minimo l'utilizzo di JavaScript, e le funzioni interattive scritte con JavaScript per semplificare l'esperienza d'uso, hanno una corrispondente porzione di codice in linguaggio web (PHP), che entra in azione qualora JavaScript sia disattivato, per garantire il funzionamento delle pagine con qualsiasi configurazione del browser.

 

Differenze tra un pixel e un cookie.

I pixel di tracciamento e i cookie sono simili, in quanto entrambi tracciano l'attività degli utenti e raccolgono dati personali, che potrebbero essere utilizzati per finalità di marketing. Tuttavia, le differenze tra i due riguardano le modalità di trasmissione e conservazione dei dati degli utenti.

I cookie sono file, che contengono i dati dell'utente, e vengono memorizzati dal browser sul dispositivo fisico dell'utente, come risultato di un comando dato da un server web remoto. Per questo motivo, non possono seguire l'utente su tutti i dispositivi e possono essere abilitati, disabilitati e cancellati dall'utente stesso (con i comandi di impostazione del browser).

Un pixel di tracciamento è un blocco di codice di programmazione incluso nelle pagine web ed eseguito dal browser dell'utente, che memorizza dati su un server web. Ma, le differenze principali sono che: i pixel di tracciamento possono seguire gli utenti su diversi dispositivi, browser e siti web, possono raccogliere più informazioni dei cookie e non possono essere bloccati o disabilitati dall'utente (lato client).

 

Cos'ha fatto il GDPR?

Ai sensi del GDPR (General Data Protection Regulation, è il regolamento generale sulla protezione dei dati dell'Unione Europea) e di altre leggi sulla privacy, i siti web devono informare gli utenti dell'utilizzo dei cookie e ottenere un consenso implicito al loro utilizzo. Anche l'utilizzo dei pixel di tracciamento è regolato dalle stesse leggi sulla privacy.

Attualmente l'obbligo legale dei siti web per utilizzare strumenti di web tracking, è richiedere e ottenere il consenso esplicito prima dell'attivazione di qualsiasi cookie e tracker.

Questa norma ha di fatto spostato la responsabilità primaria sugli utenti, dandogli in cambio solo pagine di consenso per tutti i siti consultati, a volte poco leggibili, ma spesso estremamente lunghe e dettagliate (come da normativa), ed un solo modo per evitarle, scegliendo subito "accetta tutto".

Di contro, ai proprietari di siti web viene detto che i dati di tracciamento sono preziosi, ma che devono essere ottenuti in un certo modo (dove "certo"="complicato"), e per questo fioriscono le consulenze di ditte specializzate. Diventare conformi al regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) è un'operazione impegnativa e dispendiosa in termini economici e di tempo, perché ogni sito è ricco di strumenti di terze parti pronti a violare le regole, se non sono tenuti a bada da altri strumenti che rendono legale la loro presenza.

La privacy dei dati degli utenti finali viene definita di primaria importanza per un futuro internet libero e trasparente, ma deve scendere a compromesso con il fatto che le analisi dei dati provenienti dal tracciamento sui siti web sono fondamentalmente ciò che finanzia la rete web come la conosciamo oggi e le permette di rimanere gratuita, pertanto: irrinunciabili. Siete d'accordo?

Gli strumenti per garantire la privacy degli utenti elencano centinaia, ma più spesso migliaia, di metodi e nominativi che verranno a conoscenza della vostra visita ad un sito e se volete potete anche leggere la lista! Quindi come utenti siamo "molto informati". Anche troppo!

Se in questo modo vi sentite tutelati, con la possibilità di rifiutare qualcosa, facciamo un esempio, scelto per notorietà, non per unicità, Google ha reso disponibile dal 2020 (dopo le norme GDPR), Google Consent Mode, una soluzione che assicura ai possessori di siti un effettivo controllo dei cookie e della loro conformità, assieme all'utilizzo ottimizzato di tutti gli strumenti di tracciamento del sito. Questo software consente di effettuare attività di tracciamento web con dati aggregati (completi), ma risolve anche i casi di dati anonimi ricavati dagli utenti che non accettano i tracker del sito e i relativi cookie. Contiene una funzione denominata conversione modellata, conforme ai requisiti di privacy, che basandosi sulle probabilità aggiunge ai dati di analisi anonimi i percorsi di attribuzione mancanti, cioè li completa con i dati osservati e provenienti da coloro che hanno scelto di accettare i cookie e, in tal modo, fornisce una stima anche del comportamento degli utenti anonimi.

 

Come potrebbe cambiare il GDPR?

La Commissione Europea, che è l'organo esecutivo dell'Unione Europea e ha il compito di proporre e attuare le politiche, sta lavorando ad una proposta, per dicembre 2025, per cambiare la legge sui cookie. Una soluzione per evitare la "consent fatigue", il fastidio d'incontrare un banner ogni volta che si accede a un sito e di doverne accettare i cookie.

Tra le varie ipotesi c'è quella di non mostrare affatto un banner quando il sito usa solo cookie tecnici, funzionali o per fini statistici. Introducendo per le ditte la possibilità, e semplificazione, di utilizzare implicitamente altre basi legali, come il legittimo interesse, invece del solo consenso.

Ora la legge prevede che i cookie per il marketing possono essere usati solo col consenso esplicito dell'utente, l'idea riporterebbe alla pratica adottata in precedenza, per cui le aziende usavano i cookie di default, lasciando all'utente l'onere di disattivarli, non sempre in modo facile e immediato.

Un'altra proposta, sostenuta dal mondo del giornalismo, è di chiedere il pagamento di un contributo economico a chi non vuole essere profilato.

 

Problemi all'orizzonte per il tracciamento.

Ci sono software che stanno depotenziando i dati di tracciamento, oltre a renderli meno affidabili.

  • I siti che si reggono sulla pubblicità che riescono a veicolare, in modo particolare quelli legati al mondo dell'informazione, stanno registrando una grande riduzione del traffico web (proveniente da umani). La causa è la diffusione delle risposte in linguaggio umano generate dalle diverse AI (intelligenze artificiali), perché i riassunti forniti sono spesso esaustivi e quindi riducono drasticamente i click verso i siti web. Questo cambiamento è stato denominato "zero-click search", perché l'utente ottiene quello che cerca senza cliccare su nessun risultato esterno.
    I primi a risentire del calo delle visite sono stati i motori di ricerca, che tradizionalmente sono quelli che generano maggior traffico verso i siti di approfondimento delle risposte cercate.
    Per ora solo Google è riuscito ad arginare il calo delle visite grazie all'introduzione di AI Overviews, una risposta che precede la classica lista dei risultati di ricerca e fornisce un'informazione più diretta e comprensibile. Però, proprio questa trasformazione di Google da motore di ricerca tradizionale a sistema di risposta diretta, ha avuto una grande ripercussione sui siti di approfondimento, perché il traffico proveniente da Google è sempre stato il più rilevante.
    Di conseguenza, per chi ha un sito, questo significa meno traffico, anche se si è tra i primi risultati forniti. Questo comportamento degli utenti riduce la validità delle classiche regole/strategie SEO (Search Engine Optimization), per cui bisogna riorientare gli investimenti nella creazione di contenuti unici e originali, arricchiti con contenuti multimediali.
    L'intelligenza artificiale di Google si chiama Gemini e genera le risposte estraendo dati dai migliori risultati di ricerca, aggiungendovi link di approfondimento. Procedendo secondo questa linea di sviluppo, Google sta mettendo a punto AI Mode, che promette di offrire conversazioni in stile chatbot con collegamenti molto più limitati.
  • Come scritto prima, gli utenti, con crescente frequenza, ricorrono a soluzioni per proteggersi dal tracciamento, con il risultato che i dati statistici di analisi del sito si discostano sempre più dalla realtà.
  • Secondo i dati statistici attuali, nel 2024 circa il 50-51% del traffico internet complessivo è costituito da bot, con una tendenza in aumento rispetto agli anni precedenti. Solo una parte di questo traffico, i bot noti, viene escluso dal tracciamento.

 

Metodi di tracciamento delle principali piattaforme di ricerca web e social network.

Google e YouTube

Il monitoraggio di Google Analytics e i pixel di tracciamento di Google (proprietaria di YouTube).

Come funziona il pixel di Google Analytics.

In sintesi, è uno strumento per monitorare e analizzare il comportamento degli utenti su un sito web, raccogliendo una vasta gamma di dati tecnici e di interazione. I dati intercettati vengono aggregati, elaborati e resi disponibili nei report di Google Analytics, che vengono poi utilizzati per ottimizzare le strategie di marketing e migliorare l'esperienza utente.

Google rende disponibile gratuitamente Google Tag Manager, uno strumento per semplificare la gestione dei tracciatori, anche quelli di altre ditte. La facilitazione consiste nel fatto che si modificano le pagine web del sito all'inizio, una sola volta, inserendovi i cosiddetti "tag di marketing" (o di monitoraggio), contenitori che includono delle "Variabili" e degli "Attivatori" (o trigger in inglese), che vengono collegati ad un account online Google Tag Manager, dall'interfaccia del quale è possibile inserire, modificare, cancellare, attivare e disattivare i tag di marketing senza più agire sulle pagine del sito.

Google Ads è la piattaforma pubblicitaria di Google che permette di mostrare annunci agli utenti che cercano prodotti o servizi simili a quelli che si vogliono pubblicizzare. Gli annunci possono essere presentati:

  • nei risultati di ricerca;
  • nella rete Display, come banner visualizzati su siti web affiliati alla rete pubblicitaria di Google;
  • su YouTube;
  • su Google Shopping;
  • su Maps;
  • su Gmail;
  • su Discover (pagina iniziale di Chrome e dell'app Google).

Funzionamento schematico:

  • Sistema ad asta: ogni volta che un utente effettua una ricerca, Google avvia un'asta tra gli inserzionisti che hanno selezionato parole chiave pertinenti con la ricerca. L'algoritmo determina quali annunci mostrare, e in quale posizione, calcolando per ognuno l'Ad Rank, che combina l'offerta economica (quanto si è disposti a pagare per un clic) e il punteggio di qualità dell'annuncio.
  • Punteggio di qualità: è determinato dalla pertinenza tra parola chiave, annuncio e pagina di destinazione, oltre al tasso di clic previsto. Un punteggio di qualità alto può permettere di pagare meno per apparire in posizioni migliori.
  • Ad Rank: determina la posizione effettiva dell'annuncio, calcolato come: offerta massima x punteggio di qualità (+ estensioni).

La definizione dei parametri di una campagna di vendita ne determina anche il costo. Possono essere scelti; i canali Google su cui presentarla; l'area geografica; la lingua; i dispositivi; i segmenti di pubblico a cui mostrare gli annunci (targeting per interessi, dati demografici, remarketing, ecc.); le parole chiave su cui si vuole essere trovati, che sono i termini che gli utenti digitano su Google e che attivano gli annunci.

Una volta avviata la campagna è possibile monitorarne le performance tramite l'interfaccia di Google Ads, per ottimizzarne periodicamente annunci, parole chiave e parametri di target.

Una campagna pubblicitaria su YouTube si crea e gestisce tramite Google Ads, poiché YouTube è di proprietà di Google.

 

Meta (Facebook e Instagram)

Per una campagna pubblicitaria su Facebook si utilizzano i seguenti strumenti:

  • Facebook Ads Manager, per creare e gestire le campagne, impostare budget e obiettivi.
  • Facebook Business Manager, per gestire più account e pagine aziendali, con controllo di qualità delle inserzioni.
  • Facebook Pixel, un codice da inserire nel sito web, che permette di tracciare le azioni degli utenti (es. acquisti, aggiunta al carrello) dopo che hanno visualizzato l'annuncio di Facebook. Garantisce che i cookie del sito traccino solo gli utenti che interagiscono con gli annunci di Facebook e con il sito web.
  • Facebook Report Tool e Facebook Analytics, per analisi approfondite.
  • Facebook Attribution, consente agli inserzionisti di analizzare l'impatto delle loro campagne pubblicitarie su tutte le piattaforme Meta e su altri siti web, seguendo il percorso del cliente anche su diversi dispositivi.
  • Facebook Ads Library, per analizzare la concorrenza e trarne ispirazione. Mostra gli annunci attivi dei competitor.

Per gestire una campagna su Instagram si utilizza:

  • Meta Ads Manager, che è lo strumento principale per creare, gestire e ottimizzare le campagne pubblicitarie su Instagram. Permettendo di definire budget, target, durata della campagna e di ottenere report dettagliati sulle performance.
  • Facebook Pixel, che anche se non è specificatamente per Instagram, è utile per tracciare le azioni degli utenti sul sito web dopo aver interagito con l'annuncio su Instagram, misurando le conversioni e ottimizzando le campagne.

 

WhatsApp

WhatsApp è di proprietà di Meta.

È possibile creare campagne pubblicitarie su WhatsApp, ma solo attraverso il suo canale ufficiale, ovvero WhatsApp Business.

È possibile creare annunci su Facebook e Instagram che rimandano direttamente a WhatsApp, consentendo agli utenti di iniziare una conversazione con l'azienda.

Tramite l'API di WhatsApp Business, si possono inviare messaggi di marketing ai clienti, ma solo se hanno precedentemente interagito con l'azienda (ad esempio, hanno richiesto informazioni o hanno dato il loro consenso).

 

TikTok

Per una campagna pubblicitaria su TikTok si utilizza principalmente TikTok Ads Manager, la piattaforma ufficiale per creare, gestire, monitorare, testare e ottimizzare le campagne in modo centralizzato. Congiuntamente al TikTok Pixel, che permette di misurare le azioni degli utenti sul sito dopo aver cliccato un annuncio su TikTok.

 

LinkedIn

LinkedIn Insight Tag, comunemente chiamato pixel di tracciamento di LinkedIn, è nascosto nella pagina "Carriera" di LinkedIn e traccia le conversioni e gli eventi di questa pagina, inserendo un cookie nel browser dell'utente quando quest'ultimo visita la pagina "Carriera".

Anche i proprietari di siti web possono installare il LinkedIn Insight Tag sui propri siti, per monitorare metriche chiave, come l'efficienza delle attività di ricerca e selezione del personale.

 

Telegram (app di messaggistica che permette di creare gruppi e canali per la comunicazione di massa)

Per una campagna pubblicitaria su Telegram si utilizzano principalmente piattaforme specializzate, come Telega.io e Telegram Ads che è la piattaforma pubblicitaria ufficiale di Telegram, che permettono di creare, gestire e monitorare gli annunci.

Telega.io mette in contatto inserzionisti e proprietari di canali Telegram, offrendo un catalogo di canali e bot tematici con filtri per targetizzare per paese, lingua, genere e interessi. Consente di creare annunci con un editor visuale, scegliere formati di pubblicazione (ad esempio durata del post nel canale), acquistare spazi pubblicitari e programmare le campagne tramite l'Autoposter Bot, che automatizza la pubblicazione degli annunci.

Telegram Ads permette di inviare messaggi sponsorizzati in canali pubblici con almeno 1000 iscritti, con targeting basato su interessi e localizzazione. Gli annunci appaiono solo in canali rilevanti e rispettano la privacy degli utenti, senza raccogliere dati personali. Inoltre, fornisce dati per il monitoraggio, per consentire di ottimizzare la frequenza e il budget della campagna.

Telegram Pixel è opzionale e serve per tracciare le conversioni e le azioni degli utenti dopo aver interagito con gli annunci, integrandolo eventualmente con strumenti di marketing automation e CRM.

 

WeChat (app di messaggistica e social network molto popolare in Cina)

WeChat non usa un "pixel" nel senso tradizionale del termine. Tuttavia, ha una serie di strumenti per monitorare il traffico e le attività di un sito web, basati sulle sue API (interfacce di programmazione applicativa). Questi strumenti possono essere utilizzati per raccogliere dati sulle interazioni degli utenti, come le visite alle pagine, i click sui bottoni e le iscrizioni a newsletter, analogamente a quanto fanno i pixel di tracciamento.

Per monitorare il traffico e le attività degli utenti WeChat su un sito, non si inserisce un "pixel" nelle pagine, ma bisogna utilizzare le API WeChat per collegare il sito ai servizi web di WeChat.