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Sei in un sito web che usa GeMMA e mantiene riservati i tuoi dati di utente-navigatore, inoltre, riceverai pubblicità solo su tua richiesta.

Benvenuto nel mio e-commerce, prima di spiegarti una particolarità eclatante e (ci auguriamo) per te positiva, riassumiamo dicendoti che qui puoi "muoverti" con serenità, non verranno catturati i tuoi dati e, solo se sarai tu a richiederlo, riceverai, solo da noi, offerte e aggiornamenti.

Questo perché il sito web è gestito con Ge.M.M.A. e aderiamo al "comportamento etico nella vendita", riassumibile nel fatto che raccogliamo solo i dati strettamente necessari per soddisfare le richieste dei clienti (ad esempio per concludere un acquisto e ricevere l'articolo comprato), senza usare tracciatori, cookie o tecniche simili.

Con la nostra scelta, contribuiamo all'iniziativa che vorrebbe rendere il web un luogo più affidabile e a misura di "persona" non di "consumatore", perché navigare dovrebbe essere come fare una passeggiata in un quartiere confortevole e tranquillo.

Pubblichiamo questo documento per far conosce agli utenti, e diffondere tra gli imprenditori, questa scelta etica.

A chi è rivolto questo testo? A tutti coloro che utilizzano la tecnologia, quindi … a tutti.

 

Due diversi punti di vista, con richieste opposte, che possono conciliarsi.

A seconda che siate visitatori del web o titolari di un sito, avrete differenti aspettative. Ossia, come visitatori non vorreste essere bombardati da annunci simili a ciò che vedete, e come titolari vi piacerebbe avere più informazioni possibili sui visitatori del vostro sito, per migliorare la vostra offerta commerciale e ottimizzare la gestione del vostro lavoro.

Attualmente le diverse richieste di queste due figure vengono soddisfatte da "terzi incomodi". Qualcuno che raccoglie quante più informazioni può sugli utenti mentre navigano e le fornisce ai relativi possessori di siti web, ma contemporaneamente le somma in una grande base dati che usa per vendere, sempre ai possessori di siti web, servizi pubblicitari "mirati", che hanno come obiettivo quello di mostrare annunci sugli articoli ricercati anche mentre si naviga su siti differenti.

Per conciliare le richieste opposte proponiamo un'organizzazione più semplice.

Ispirati dall'etica, più che dal profitto, abbiamo sviluppato uno strumento software per i titolari di siti web, con cui possono gestire in modo completo il loro lavoro, sito web compreso, e dal quale ottengono anche le informazioni sui navigatori.

A prima vista, potrebbe sembrare che la privacy degli utenti non aumenti di molto. Ma dovete sapere che:

  • Quando un venditore sceglie di usare il nostro strumento con configurazione "etica", non può inviare pubblicità e aggiornamenti a tutti i visitatori, ma solo a quelli che lo hanno acconsentito esplicitamente.
  • Potrà utilizzare le informazioni raccolte solo per soddisfare le richieste dei clienti, come la conclusione di un acquisto, che termina con il pagamento e la ricezione della merce comprata.
  • Le informazioni restano in carico solo al sito web che le raccoglie, senza condivisione con terze parti, che ha come conseguenza la cessazione della pubblicità mirata generata dal suo sito.

La pubblicità mirata viene presentata agli imprenditori come il più moderno, economico ed efficace metodo di promozione. Se siete pronti a mettere in dubbio questa affermazione, allora potete procedere nella lettura.

Individuate a quale delle seguenti categorie appartenete:

  • navigo nel web consultando e usando siti internet;
  • possiedo, o voglio creare, un sito web per la mia attività commerciale.

Poi procedete nella lettura aprendo il riquadro con la presentazione concettuale di vostro interesse, o entrambi se siete persone curiose.

Seguirà, per tutti, una spiegazione tecnica dei tracciatori (ovvero strumenti software che raccolgono informazioni sugli utenti) e alcuni esempi tra i più diffusi.

 

Perché continuare la lettura?

Per avere gli strumenti con cui ridurre la preoccupazione e il fastidio derivanti dalla consapevolezza di essere osservati, o più precisamente "tracciati", mentre navighiamo su Internet o usiamo dispositivi connessi (come TV smart, orologi intelligenti, ecc.).

Potrete comprendere come venite "tracciati", per poi decidere come comportarvi e per riconoscere un sito progettato con Ge.M.M.A., che offre completa privacy (non anonimato).

Per gli utenti-navigatori del web (clienti)  Mostra

Perché continuare la lettura?

Per decidere se per avere le informazioni sui potenziali clienti (statistiche di navigazione) e per farvi pubblicità, siete soddisfatti del metodo standard, o se invece siete disponibili a prendere in considerazione un'alternativa.

Per i possessori di un sito web (venditori)  Mostra

Per evitare false attestazioni di siti web, è presente un sistema di verifica.

C'è questo contrassegno (DA FARE) nelle pagine dei siti che aderiscono al "comportamento etico", e per verificarne la validità, cliccando su esso si aprirà una pagina del sito jemjob.it con i dati del sito web su cui siete, certificandolo come cliente di jemjob utilizzatore di GeMMA in modalità "etica" (attenzione: verificare nella barra degli indirizzi che il dominio sia jemjob.it/...).

In questo modo, non è sufficiente per un sito mostrare il contrassegno e pubblicare il presente documento, pertanto, se troverete siti non validabili siete pregati di segnalarlo su jemjob.it/LINK-diretto-DA-FARE.

 

Come funziona il metodo "standard" con tracciatori e cookie.

Quanto scritto fino ad ora fornisce una panoramica del sistema attuale e delle sue conseguenze, presentando anche un'alternativa. Nei prossimi paragrafi spiegheremo, in modo tecnico ma chiaro, come funziona il metodo "standard" con tracciatori e cookie, così da comprendere meglio anche i vantaggi dell'alternativa proposta con Ge.M.M.A..

 

Tutto parte da quello che viene chiamato "pixel di tracciamento" (o pixel di marketing).

Il "pixel" è un piccolo blocco di codice di programmazione (solitamente in linguaggio JavaScript), fornito da ditte esterne (ad esempio: Google, Meta, TikTok, LinkedIn, ecc.), che viene inserito nelle pagine di un sito web o in un'e-mail. Ha assunto storicamente questo nome, perché normalmente è associato ad una minuscola immagine delle dimensioni di un pixel, solitamente trasparente e pertanto invisibile all'utente, inserita nella pagina.

Il codice di programmazione contiene un collegamento a un server esterno al sito, e quando un utente visita il sito web, o apre l'e-mail, contenente il pixel di tracciamento, il codice viene elaborato dal browser (o client di posta elettronica) dell'utente, che seguendo il collegamento al server esterno scarica l'immagine pixel e contestualmente invia al server informazioni di vario genere, che consentono di determinare le azioni dell'utente sul sito web o nell'e-mail.

I dati di tracciamento vengono salvati per essere poi elaborati, con l'obiettivo iniziale di produrre risultati utilizzabili gratuitamente dai proprietari dei siti web tracciati, per:

  • raccogliere dati sui visitatori;
  • creare resoconti dettagliati sulle attività nel sito (statistiche);
  • configurare le esperienze online degli utenti offrendogli contenuti personalizzati;
  • misurare l'efficacia delle campagne di marketing, per agire di conseguenza.

Il fine ultimo e generale, ottenuto mettendo in relazione i dati raccolti in tutti i siti e social network tracciati, è di avere un'enorme base dati di utenti profilati, e identificabili, che la ditta distributrice dei pixel di tracciamento può utilizzare per la pubblicità mirata, traendone guadagno offrendo, sempre ai proprietari dei siti web tracciati, i seguenti servizi:

  • gli consente di decidere se guadagnare mostrando pubblicità di altri siti sul suo;
  • gli offre, a pagamento, la possibilità di mostrare nel web la sua pubblicità, proponendogli il "marketing multipiattaforma", che consiste nel presentare annunci mirati e pertinenti agli utenti, individuandoli su diverse piattaforme, dispositivi e siti web utilizzati;
  • gli offre, a pagamento, annunci denominati di remarketing (o di retargeting), che meritano una spiegazione a parte.

Gli annunci di remarketing consentono di raggiungere gli utenti che hanno già visitato un sito senza aver completato una conversione, ovvero un'azione che, ad esempio, avrebbe dovuto concludersi con l'acquisto di un prodotto, la compilazione di un modulo di contatto, il download di un file e così via. Gli utenti vengono individuati dai "pixel" delle pagine che navigano, e il remarketing mostra a questi utenti (precedenti) gli annunci del sito (precedente) mentre navigano sui siti web della Rete Affiliata, usando termini, o cercando argomenti, correlati all'attività del sito (precedente). Questi annunci vengono confezionati in modo da sollecitare gli utenti a concludere gli acquisti o a farne di nuovi.

L'attività di remarketing viene "venduta" dicendo che: presentare gli annunci ai clienti che hanno già mostrato interesse migliora l'esperienza utente, e suggerire contenuti pertinenti, oltre che aumentare le vendite, incoraggia i clienti a fidelizzare. Lasciamo a voi decidere se vi identificate in questa definizione commerciale.

Come accennato in precedenza, il metodo attualmente usato da tutti i siti web per disporre gratuitamente di dati statistici di alto livello avendo anche la possibilità di fare/acquistare pubblicità mirata, e il metodo con cui si autofinanziano software di uso pubblico offerti gratuitamente, hanno un "costo" nascosto per gli utilizzatori.

Nel primo caso, chi gestisce un sito web, inserendo nelle proprie pagine dei tracciatori, fa pagare ai suoi utenti un tributo in termini di dati personali (profilo degli utenti e preferenze, espresse tramite le pagine visitate e le interazioni con il sito).

Analogamente accade per chi distribuisce soluzioni software gratuite, eccetto che per queste ditte è imprescindibile mostrare pubblicità sul proprio sito/servizio per ottenere guadagno. Se poi una di queste piattaforme software arriva ad avere un gran numero di utenti, diventa allettante per chi vuole farsi pubblicità e a questo punto essa stessa potrà diventare un network pubblicitario e proporre i suoi tracciatori agli altri siti web, facendosi poi pagare per mostrare pubblicità e funzionalità mirate.

Due esempi, scelti unicamente per la loro diffusione, e non perché siano da distinguere rispetto ad altri, sono:

  • Google, che con il suo motore di ricerca può offrire il tutto web come area pubblicitaria (perché tutti usano un motore di ricerca e quasi tutti usano quello di Google);
  • Facebook, che, nel web, rappresenta un ecosistema informatico autonomo popolato da milioni di utenti.

Il metodo sopra esposto ha creato un circuito di economia circolare, in cui chi raccoglie inizialmente i dati degli utenti, che sono il primo livello economicamente immateriale e non del tutto consapevole, avvia un processo dove al termine sarà lui stesso a pagare un tributo economico che alimenta il funzionamento del circuito, che "gira" per la disponibilità degli utenti a cedere i propri dati e a diventare soggetti di pubblicità e funzionalità mirate, in cambio di utilizzi "economicamente gratuiti".

La pubblicità è ciò che permette a questo sistema di funzionare e di generare profitti. Per questo motivo, come utenti, vi sarà capitato di dover rispondere a una domanda formulata pressappoco così: per usare questo prodotto sarai destinatario di pubblicità, ora puoi scegliere se la preferisci generica o mirata, ma in entrambi i casi non cambierà la quantità di annunci a te destinati … quindi tanto vale che almeno siano di tuo potenziale interesse!

Questo metodo di distribuire pubblicità è considerato più efficiente ed economico di un convenzionale canale pubblicitario, perché dovrebbe offrire il più alto rapporto tra [investimento|soggetti-contattati] e [ricavo|soggetti-interessati]. La ragione è che disponendo di dati per classificare gli utenti in relazione a molteplici parametri (età, luogo, preferenze, ecc.), può mostrare gli annunci a destinatari selezionati in base alle caratteristiche del contenuto pubblicizzato (pubblicità mirata). Inoltre, può individuare gli utenti che avevano iniziato un acquisto senza concluderlo, per invitarli a terminarlo.

L'inserimento di un pixel di tracciamento nei siti web per fini statistici e pubblicitari, è una tecnologia che si è evoluta nel tempo, le aziende hanno iniziato a utilizzare questi strumenti per monitorare le performance delle loro campagne pubblicitarie e analizzare il comportamento degli utenti sui siti web. Successivamente si sono diffusi con l'aumento degli e-commerce, delle piattaforme di e-mail marketing, di pubblicità online e di analisi web.

I "pixel" possono registrare:

  • i dati del dispositivo utilizzato (indirizzo IP, geolocalizzazione, sistema operativo, risoluzione dello schermo, ecc.);
  • il tipo di browser e la lingua;
  • interazioni generiche, tipo l'effettuazione di un acquisto e i dati che lo definiscono, o il sito di provenienza dell'utente (Google, YouTube, Twitter, Facebook, LinkedIn, ecc.);
  • interazioni specifiche, come il clic su un pulsante o un banner, l'aggiunta di un prodotto al carrello o l'iscrizione a una newsletter.

I pixel di tracciamento consentono anche di distinguere gli utenti dai bot informatici. Per questo, anche gli spammer utilizzano pixel di tracciamento. Li inseriscono nelle e-mail di spam per individuare gli indirizzi email validi, perché se il destinatario apre l'e-mail, il pixel di tracciamento viene caricato e informa lo spammer dell'autenticità dell'indirizzo email. Di conseguenza, il traffico di spam aumenta.

In ambito tecnico, i pixel di tracciamento vengono denominati in relazione alla tipologia di dati che monitorano e raccolgono, ci saranno quindi: pixel di conversione, pixel di impressione, landing page pixel, time delay pixel, universal pixel, postback pixel, ecc.. Ogni tipologia di pixel ha un codice di programmazione differente, a seconda delle informazioni che si vogliono raccogliere, e deve essere inserito nella corrispondente specifica tipologia di pagina web.

La spiegazione che abbiamo scritto sui metodi di tracciamento, serve per capirne la logica di funzionamento, ma, dal punto di vista tecnico, manca dei dettagli che ogni fornitore di servizi "pixel" fornisce per agevolarne l'inserimento nei siti web.

 

Linguaggio JavaScript.

La caratteristica del linguaggio JavaScript, per cui le istruzioni vengono eseguite lato-client (sul PC o smartphone), lo rende ideale per raccogliere informazioni sul dispositivo, sul sistema operativo e sul tipo di browser.

Con JavaScript si realizzano le videate reattive, quelle con elementi che rispondono immediatamente ai clic/comandi senza ricaricare la pagina web. Attualmente è fondamentale per il funzionamento dei siti moderni, al punto che nessuno più ricorda che all'inizio del web era considerato una potenziale falla di sicurezza, a causa delle azioni che è in grado di espletare direttamente sul dispositivo dell'utente, e per questa ragione può essere disattivato nel browser, ma se dovesse essere fatto, buona parte dei siti web attuali smetterebbero di funzionare.

Questa precisazione ci serve per spiegarvi il motivo per cui in Ge.M.M.A. abbiamo ridotto al minimo l'utilizzo di JavaScript, e le funzioni interattive scritte con JavaScript per semplificare l'esperienza d'uso, hanno una corrispondente porzione di codice in linguaggio web (PHP), che entra in azione qualora JavaScript sia disattivato, per garantire il funzionamento delle pagine con qualsiasi configurazione del browser.

 

Differenze tra un pixel e un cookie.

I pixel di tracciamento e i cookie sono simili, in quanto entrambi tracciano l'attività degli utenti e raccolgono dati personali, che potrebbero essere utilizzati per finalità di marketing. Tuttavia, le differenze tra i due riguardano le modalità di trasmissione e conservazione dei dati degli utenti.

I cookie sono file, che contengono i dati dell'utente, e vengono memorizzati dal browser sul dispositivo fisico dell'utente, come risultato di un comando dato da un server web remoto. Per questo motivo, non possono seguire l'utente su tutti i dispositivi e possono essere abilitati, disabilitati e cancellati dall'utente stesso (con i comandi di impostazione del browser).

Un pixel di tracciamento è un blocco di codice di programmazione incluso nelle pagine web ed eseguito dal browser dell'utente, che memorizza dati su un server web. Ma, le differenze principali sono che: i pixel di tracciamento possono seguire gli utenti su diversi dispositivi, browser e siti web, possono raccogliere più informazioni dei cookie e non possono essere bloccati o disabilitati dall'utente (lato client).

Ai sensi del GDPR (General Data Protection Regulation, è il regolamento generale sulla protezione dei dati dell'Unione Europea) e di altre leggi sulla privacy, i siti web devono informare gli utenti dell'utilizzo dei cookie e ottenere un consenso implicito al loro utilizzo. Anche l'utilizzo dei pixel di tracciamento è regolato dalle stesse leggi sulla privacy.

 

Metodi di tracciamento delle principali piattaforme di ricerca web e social network.

Google e YouTube

Il monitoraggio di Google Analytics e i pixel di tracciamento di Google (proprietaria di YouTube).

Come funziona il pixel di Google Analytics.

In sintesi, è uno strumento per monitorare e analizzare il comportamento degli utenti su un sito web, raccogliendo una vasta gamma di dati tecnici e di interazione. I dati intercettati vengono aggregati, elaborati e resi disponibili nei report di Google Analytics, che vengono poi utilizzati per ottimizzare le strategie di marketing e migliorare l'esperienza utente.

Google rende disponibile gratuitamente Google Tag Manager, uno strumento per semplificare la gestione dei tracciatori, anche quelli di altre ditte. La facilitazione consiste nel fatto che si modificano le pagine web del sito all'inizio, una sola volta, inserendovi i cosidetti "tag di marketing" (o di monitoraggio), contenitori che includono delle "Variabili" e degli "Attivatori" (o trigger in inglese), che vengono collegati ad un account online Google Tag Manager, dall'interfaccia del quale è possibile inserire, modificare, cancellare, attivare e disattivare i tag di marketing senza più agire sulle pagine del sito.

Google Ads è la piattaforma pubblicitaria di Google che permette di mostrare annunci agli utenti che cercano prodotti o servizi simili a quelli che si vogliono pubblicizzare. Gli annunci possono essere presentati:

  • nei risultati di ricerca;
  • nella rete Display, come banner visualizzati su siti web affiliati alla rete pubblicitaria di Google;
  • su YouTube;
  • su Google Shopping;
  • su Maps;
  • su Gmail;
  • su Discover (pagina iniziale di Chrome e dell'app Google).

Funzionamento schematico:

  • Sistema ad asta: ogni volta che un utente effettua una ricerca, Google avvia un'asta tra gli inserzionisti che hanno selezionato parole chiave pertinenti con la ricerca. L'algoritmo determina quali annunci mostrare, e in quale posizione, calcolando per ognuno l'Ad Rank, che combina l'offerta economica (quanto si è disposti a pagare per un clic) e il punteggio di qualità dell'annuncio.
  • Punteggio di qualità: è determinato dalla pertinenza tra parola chiave, annuncio e pagina di destinazione, oltre al tasso di clic previsto. Un punteggio di qualità alto può permettere di pagare meno per apparire in posizioni migliori.
  • Ad Rank: determina la posizione effettiva dell'annuncio, calcolato come: offerta massima x punteggio di qualità (+ estensioni).

La definizione dei parametri di una campagna di vendita ne determina anche il costo. Possono essere scelti; i canali Google su cui presentarla; l'area geografica; la lingua; i dispositivi; i segmenti di pubblico a cui mostrare gli annunci (targeting per interessi, dati demografici, remarketing, ecc.); le parole chiave su cui si vuole essere trovati, che sono i termini che gli utenti digitano su Google e che attivano gli annunci.

Una volta avviata la campagna è possibile monitorarne le performance tramite l'interfaccia di Google Ads, per ottimizzarne periodicamente annunci, parole chiave e parametri di target.

Per una campagna pubblicitaria su YouTube si utilizza la piattaforma Google Ads, poiché YouTube è di proprietà di Google.

 

Come valutare una campagnia di marketing pubblicitario online.

Tutte le ditte che distribuiscono pixel di tracciamento consentono di valutare l'efficacia della campagna di marketing pubblicitario online, fornendo una serie di parametri di monitoraggio (KPI - Key Performance Indicators).

I principali parametri che misurano la diffusione della campagna sono:

  • Impression (impressioni): misura il numero di volte che un annuncio viene mostrato, indipendentemente dal fatto che gli utenti facciano clic o meno su esso.
  • Reach (copertura): numero di persone uniche raggiunte dai messaggi della campagna, misura quante persone diverse hanno visto l'annuncio, non quante volte è stato visto complessivamente (impression). È importante per valutare la diffusione del messaggio.
  • Engagement (click-based - interazioni): numero totale di interazioni con l'annuncio. Questa metrica include tutte le azioni che gli utenti compiono sull'annuncio, come clic, like, commenti, condivisioni e altre interazioni specifiche della piattaforma. È un valore utilizzato nel calcolo di altri indicatori, che possono essere resi più specifici conteggiando in questo valore solo un tipo di interazione, ad esempio solo i clic.
  • Unique Engagement (user-based - interazioni uniche): considera il numero totale di utenti unici che hanno interagito con l'annuncio, gli utenti che cliccano più di una volta sull'annuncio vengono conteggiati una sola volta.
  • Engagement rate (click-based - percentuale di interazioni) = Engagement / Impression x 100. È la conversione in percentuale del valore Engagement, tenendo conto di ogni clic/interazione, anche se fatti da uno stesso utente più volte. Se in Engagement sono contati solo i clic, questo indicatore viene chiamato CTR (Click-Through Rate - percentuale di clic).
  • Unique Engagement rate (user-based - percentuale di interazioni uniche) = Unique Engagement / Reach x 100. È la conversione in percentuale del valore Unique Engagement, considerando solo gli utenti unici, quindi mostra quanta parte dell'audience effettiva ha davvero interagito almeno una volta.
  • Numero di nuovi Lead (potenziali clienti, o contatti qualificati): utenti che hanno espresso interesse per i prodotti o servizi offerti, manifestato fornendo i propri dati di contatto, tramite azioni come la compilazione di un modulo, la richiesta di informazioni o l'iscrizione a una newsletter. L'acquisizione di questi nuovi dati permette di proseguire con attività volte a costruire relazioni con i potenziali clienti, con l'intento di convertirli in clienti e, successivamente, in clienti fedeli.
  • Conversion number (click-based - numero di conversioni): indica il numero totale di azioni, obiettivo della campagna, completate dagli utenti. Il numero di conversioni, non corrisponde necessariamente a quello delle persone hanno "convertito", perché nel periodo analizzato lo stesso utente potrebbe avere compiuto più di una conversione.
  • Unique Converters / Unique Conversion number (user-based - utenti unici che convertono): numero di persone uniche che hanno realizzato almeno una conversione. Evitare di contare ripetutamente lo stesso utente che, ad esempio, acquista più volte. Questo valore non corrisponde ai nuovi clienti, perché potrebbero aver "convertito" anche clienti già registrati.
  • Conversion rate (tasso di conversione): indica la percentuale di utenti che compiono l'azione desiderata (acquisto, iscrizione, download) rispetto al numero totale di interazioni con l'annuncio. È essenziale per capire quanto la campagna sia efficace nel generare risultati concreti.
    Si calcola con la seguente formula: Tasso di conversione = Numero di conversioni / Numero totale di clic x 100.
    Ci sono due metodi di calcolo: quello più diffuso (click-based), che restituisce un risultato più incoraggiante, usa come denominatore il totale dei clic ricevuti sull'annuncio (Numero totale di clic = Engagement); quello più accurato (user-based), con identificazione utente o IP, usa come denominatore i visitatori unici che sono arrivati al sito tramite la campagna (Numero totale di clic = Unique Engagement).
  • Unique User Conversion Rate (tasso di conversione su utenti unici): rappresenta la percentuale di utenti unici che hanno completato una specifica azione desiderata (conversione) rispetto al totale di utenti unici che hanno interagito con la campagna.
    Si calcola con la seguente formula: Tasso di conversione su utenti unici = Numero di conversioni / Numero totale di clic x 100.
    Ci sono due metodi di calcolo: quello più diffuso (click-based), che restituisce un risultato più incoraggiante, usa come denominatore il totale dei clic ricevuti sull'annuncio (Numero totale di clic = Engagement); quello più accurato (user-based), con identificazione utente o IP, usa come denominatore i visitatori unici che sono arrivati al sito tramite la campagna (Numero totale di clic = Unique Engagement).

I principali parametri economici per valutare se la campagna è sostenibile e redditizia, sono:

  • Budget giornaliero/mensile: importo investito quotidianamente o mensilmente.
  • CPM (Costo Per Mille impressioni) = Costo totale campagna / Impression x 1000. È il costo per ogni mille visualizzazioni dell'annuncio, indipendentemente dal fatto che gli utenti interagiscano o meno con esso. È tenuto in maggiore considerazione nella fase di avvio di un'attività commerciale, e quando si vuole aumentare la consapevolezza di un marchio tra il pubblico di riferimento. Non è da confondere con il CPV (costo per visualizzazione), che è un parametro specifico per le campagne basate su video.
  • CPC (Costo Per Clic) = Costo totale campagna / Numero di clic ricevuti. Indica il costo sostenuto dall'inserzionista ogni volta che un utente clicca sull'annuncio pubblicitario. In altre parole, misura quanto si paga per ogni visita potenziale al sito web, generata dalla campagna pubblicitaria.
  • CPL (Costo per Lead/potenziale-cliente) = Costo totale campagna / Numero di nuovi Lead. Costo sostenuto per acquisire un nuovo potenziale cliente (contatto qualificato), ossia un utente che ha espresso interesse per i prodotti o servizi offerti.
  • CPA (Cost Per Acquisition, o Cost Per Action - Costo Per Acquisizione) = Costo totale campagna / Conversion number. Indica quanto costa generare la specifica azione desiderata dalla campagna, cioè quanto si paga per ogni volta che un utente, dopo aver cliccato su un annuncio, entra nel sito e completa l'azione impostata come conversione, che può essere un acquisto, una registrazione, un download, la compilazione di un modulo, ecc..
    Un altro indicatore simile, che però non deve essere usato per valutare una campagna pubblicitaria ma lo stato di salute aziendale, è il CAC (Customer Acquisition Cost - Costo per Acquisizione Cliente), che racchiude il costo totale per acquisire un nuovo cliente, includendo tutte le spese di marketing, pubblicità, vendite e supporto legate al processo di acquisizione clienti, e che userebbe come denominatore Unique Converters. CAC considera tutte le attività e risorse investite per portare un contatto dall'iniziale interazione fino alla prima vendita, non solo la campagna pubblicitaria. È basato sui dati di vendita e dovrebbe sempre essere confrontato con il LifeTime Value (LTV) del cliente, cioè quanto ricavo un utente genera durante tutta la relazione con l'azienda.
  • Return on Investment (ROI) o indice di bilancio: misura il ritorno economico rispetto all'investimento effettuato, è la metrica più importante per valutare la redditività della campagna. Si calcola dividendo il reddito operativo netto (ottenuto sottraendo ai ricavi i costi, comprensivi delle spese di pubblicità) per l'investimento in pubblicità e moltiplicando il risultato per 100 per ottenere una percentuale. La formula base è quindi: ROI = (Reddito Operativo / Capitale Investito) * 100

Ci sono anche parametri per valutare l'impatto sugli utenti e il loro coinvolgimento:

  • Engagement rate sui social media: valuta il coinvolgimento degli utenti attraverso like, commenti, condivisioni, menzioni e retweet, è utile per misurare la capacità attrattiva e la connessione con il marchio.
  • Sentiment analysis: è un analisi qualitativa delle conversazioni online, che misura l'impatto emotivo, permettendo di sapere come viene percepita la campagna dal pubblico. Ogni testo viene categorizzato come positivo, negativo o neutro, oppure su scale più dettagliate, a seconda dell'obiettivo dell'analisi.
  • Volume delle conversazioni online: misura quante discussioni o menzioni genera la campagna, è un indicatore di visibilità e interesse.
  • Tasso di rimbalzo (bounce rate): indicano la qualità del traffico generato e l'interesse degli utenti verso i contenuti proposti.
  • Tempo medio di permanenza (average session duration): indicano la qualità del traffico generato e l'interesse degli utenti verso i contenuti proposti.

 

Meta (Facebook e Instagram)

 

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